Il primo numero storico di Hurra’ Juventus

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Questa fotografia potra’ finire appiccicata sul vetro di uno di quei camion che vanno per la penisola gonfi di sonno e di sogni anche ad occhi aperti. O sulla parete triste di una stanza povera. Servono, le fotografie, a far rimbalzare gli occhi da esse non sulla realta’, ma su un mondo fantastico, talora anche semplice, ma pulito, chiaro,amico. In tempo di guerra, i soldati andavano a morire con foto di belle donne mai conosciute nel portafoglio, e una granata rovesciava a terra, senza piu’ vita, il corpo del giovane, e l’elmetto rotolava lontano e mostrava, come fodera per lenire il contatto freddo tra ferro e cranio, una foto schiacciata di una pin-up.
Non pensiamo che la Juventus condizioni i vostri sospiri, ne’ che sia l’ombelico o, piu’ ancora, il cuore del vostro mondo. Non vogliamo che questa foto, che forse ritaglierete, proponga pensieri carichi di nostalgia o sensazioni magiche e sottili. Desideriamo che essa vi proponga soltanto un’amicizia. Parole grandi come “amore” o “affetto” vanno usate, e se del caso sciupate, per eventi grandi. La Juventus si raccomanda invece a voi con discrezione. Chiede di poter ritagliare un pezzo della vostra attenzione, delle vostre speranze. Fa di tutto per non deludervi.
Si dice che quella juventina e’ una vocazione. Forse anche questa parola e’ troppo grossa. Restiamo a concetti semplici, facili. Undici ragazzi, con una maglia che vi piace, per una societa’ che ha il nome che vi piace, lottano sui campi verdi per vincere, senza drammi e con molto onore. Voi affidate, a questi paladini di semplici concetti, che sono quelli dell’agonismo e della lealta’, dell’ardore e della generosita’ (concetti semplici, ma di valore, che’ la semplicita’ si vende al mercato nero, ormai), la consistenza di una vostra fede semplice, la farina di un vostro entusiasmo chiaro. E chiedete che facciano lievitare queste cose nel migliore, nel piu’ simpatico, nel piu’ aperto dei modi, in stadi pieni di urla e di affanni e di vita.
Guardate la foto della Juventus. Essa non deve , non vuole darvi brividi sottili. Essa non vuole portarvi messaggi complessi. Essa si raccomanda per novanta minuti domenicali, minuti che hanno valore per la puntualita’ con cui si propongono. Non abbiamo fatto uscire questa pubblicazione perche’ essa sia un epistolario d’amore. Il senso esatto delle proporzioni e’ un filo di acciaio che ci impediscedi precipitare in qualcuno dei baratri che sovente si aprono sotto di noi. Guardate la foto della Juventus. La squadra a cui volete bene e fatta di ragazzi come voi, e’ diretta da gente come voi, e’ in fondo l’espressione chiara, onesta, sincera, della nostra semplicita’. Questo giornale esce per farci sentire vicini, non per dare proporzioni siderali ad una distanza che non ha senso.  La Juventus vuole essere benvoluta da voi perche’ sta al vostro fianco, e per nessuna altra ragione. Il giornale e’ uscito perche’ ci si dia tutti del tu. Potete tirare per un lembo della maglia i vostri campioni bianconeri. Essi si voltano e vi salutano. E vi ringraziano di averli fermati vicino a voi. Questo dovevamo dirvi, perche’ la foto non andasse confusa con altre che propongono il divismo, il feticismo. Conservatela proprio soltanto come un ritratto di famiglia.

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IL BOLLETTINO DI UN AFFETTO

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